La nipote di Totò: i napoletani lo amano, ora le istituzioni devono aprire il museo

La nipote di Totò: i napoletani lo amano, ora le istituzioni devono aprire il museo
di Giuliana Covella
Mercoledì 17 Aprile 2019, 19:03
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«Quello del Museo Totò è il più grande desiderio di mamma, oggi ormai anziana. Sia io che lei ci auguriamo di vederlo realizzato. Ma tengo a precisare che la città di Napoli non ha mai dimenticato il nonno, lo porta nel cuore, da sempre». Elena Anticoli de Curtis torna sulla questione della mancata apertura del museo dedicato a suo nonno, Totò.

Una questione, è il caso di dire, ancora aperta. Un luogo della memoria di un artista che ha reso Napoli famosa nel mondo, grazie alla più grande maschera comica (e, talvolta, tragica) del teatro e del cinema italiano. Eppure, a quasi vent'anni di distanza, il Museo Totò che doveva nascere nel Palazzo dello Spagnuolo in via Vergini resta chiuso. Una storia travagliata che parte da lontano: era il 2000 quando la Regione, proprietaria dell'immobile, lo affidò in comodato d'uso (con scadenza nel 2025) al Comune per realizzare il Museo Totò. Con l'unico risultato che dopo 19 anni di annunci e finanziamenti (circa 2 milioni di euro dal 2000 ad oggi) quel museo non ha mai aperto.

LA FIGLIA DI LILIANA
Interpellata sulla vicenda, Elena de Curtis, figlia di Liliana, parla a nome di sua madre, oggi 85enne, con cui ha fondato l'Associazione Antonio de Curtis in arte Totò. «Sia chiaro - spiega - non voglio alimentare polemiche, ma ci tengo a sottolineare che Napoli e i napoletani non hanno mai dimenticato mio nonno. Parlo del popolo di Totò, della sua Napoli. Quella che tiene sana sana dinto 'e vvene, per citare le sue parole, la porta sempre con sé». Nipote del principe della risata, Elena ha accolto con stupore ma anche con gioia l'impegno dell'assessore comunale alla Cultura Nino Daniele, secondo cui il museo tanto atteso si farà perché c'è finalmente un finanziamento decisivo per smuovere l'impasse ventennale che ne blocca l'apertura. Una notizia annunciata da Daniele attraverso le pagine del Mattino. Eppure in tutti questi anni le istituzioni si sono dimenticate del Museo Totò, lasciandone le porte sbarrate al pubblico al terzo e al quarto piano del Palazzo dello Spagnuolo ai Vergini. Laddove ci sono le teche, un piccolo auditorium-teatro per allestire spettacoli ed eventi e una sala della poesia. Tutto però è ancora chiuso. Nonostante Totò sia uno dei numi tutelari della storia e della cultura partenopee. «Napoli e Totò sono un legame indissolubile - rimarca ancora Elena Articoli de Curtis - Basta attraversare la città, nella sua assenza è sempre presente: dai murales, alle foto, ai locali che portano il suo nome e alle battute che fanno parte integrante del lessico giornaliero».

LA PROVOCAZIONE
Lunedì scorso, nel cinquantaduesimo anniversario della morte (Totò morì il 15 aprile 1967 a Roma), alcuni cittadini del Rione Sanità hanno collocato un fantoccio con le sembianze dell'artista sul balcone del palazzo al civico 109 di via Santa Maria Antesaecula. Una provocazione per sollecitare le istituzioni locali a rendere il giusto tributo all'attore che visse lì insieme alla madre Anna Clemente fino all'età di 24 anni. «Abbandoniamo le polemiche - insiste la nipote di Totò - preferisco rispondere citando alcuni versi del nonno, che recitano Nun piglio niente, 'o ssaccio...e che mme mporta? Io campo sulamente cu' a speranza. Cu chi mm' aggia piglia' si chesta e' 'a sciorta, chisto e' 'o destino mio... che nce aggia fa?. Versi tratti da 'A Speranza di Antonio de Curtis». Poi la promessa fatta alla mamma Liliana, che da anni porta avanti «non una battaglia, ma semplicemente un desiderio»: vedere inaugurato il Museo Totò. «Come nipote la speranza me la porto dentro e cercherò da parte mia di mantenere la promessa fatta a mia madre, oggi molto anziana, realizzare cioè un luogo permanente che rappresenti la filosofia di vita di Totò: un uomo che ha creduto nel valore dell'onestà e ha provato con tutte le sue forze a trasmetterlo a tutti noi», conclude. 
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