Coldiretti Sannio, 80 anni di storia tra conquiste e nuove sfide

Alla presenza di oltre mille soci provenienti da ogni angolo della provincia, tracciate le politiche per il futuro

Un momento dell'assemblea di Coldiretti
Un momento dell'assemblea di Coldiretti
di Antonio Mastella
Mercoledì 1 Maggio 2024, 00:00
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«La distribuzione, alla fine degli anni ‘50, di 2 milioni di ettari confiscati ai latifondisti a mezzadri e contadini, istituti come la cassa mutua, la pensione, gli assegni familiari: sono solo alcune delle conquiste più significative del mondo agricolo grazie alle lotte che la Coldiretti, alla luce delle intuizioni del suo fondatore, Paolo Bonomi, ha sostenuto, dal 1944 in poi, perché fossero riconosciuti ai nostri agricoltori finalmente diritti e dignità fondamentali sino ad allora negati». Così Gennarino Masiello, presidente provinciale e vice nazionale dell’organizzazione, in apertura dei lavori assembleari per celebrare gli ottanta anni dalla sua fondazione nell’aula consiliare del Cecas.

GLI OBIETTIVI

Alla presenza di oltre mille soci provenienti da ogni angolo della provincia, l’appuntamento è servito anche a tracciare le politiche di cui l’associazione dovrà farsi interprete da qui in avanti perché il settore primario dell’economia locale non solo conservi ma potenzi la sua capacità di essere volano dello sviluppo. In quest’ottica, si è discusso di un’eccellenza dell’agroalimentare come la vitivinicoltura con delle riflessioni affidate a Domenico Bosco, responsabile nazionale dell’ufficio vitivinicolo Coldiretti. «Il segmento – ha spiegato – vive momenti difficili dovuti all’incremento pauroso dei costi di produzione insieme con il calo della domanda sia nazionale sia internazionale.

Per non parlare delle devastazioni prodotte negli ultimi anni dal cambiamento climatico». Come si possono affrontare questi problemi? «Intanto – ha puntualizzato – con una maggiore flessibilità produttiva. Vanno sollecitate risorse per investire nella ricerca, sperimentazione e applicazione, su cui insistiamo da sempre, di nuove tecniche genetiche in grado di rendere i vitigni resilienti e resistenti alle avversità atmosferiche».

A fare il punto su un altro comparto trainante come l’olivicoltura ci ha pensato Umberto Commentale, presidente Aprol. Con le nuove misure in via di definizione a livello regionale come il Complemento di sviluppo rurale (Csr), «si dovrà puntare ad ammodernare - ha sottolineato - una realtà segnata ancora da sistemi obsoleti». In particolare, si prevedono tecniche innovative, macchinari rivoluzionari per realizzare coltivazioni di 800/1.000 piante per ettaro in grado di ricavare almeno cento quintali ad ettaro di olive rispetto ai 40-50 di oggi. Va da sé che saranno stanziate le risorse necessarie per accompagnare il processo innovativo. Tutto questo grazie anche all’impegno della Coldiretti tanto in sede regionale quanto nazionale e comunitaria». A suo avviso «misure del tutto nuove si profilano anche per le incentivazioni. Non solo i giovani imprenditori under 40 al loro primo investimento, ma anche gli over 41 potranno ottenere il sostengo economico».

Capitoli del Csr saranno dedicati all’assistenza tecnica e alla formazione. Si è discusso inoltre di fauna selvatica, cinghiali e dei danni, enormi, che producono. Katia Gravina, avvocato dell’ufficio legale Coldiretti, ha ricordato che si sta lavorando al perfezionamento della norma che consentirà al singolo agricoltore di imbracciare la doppietta per abbattere l’ungulato sorpreso a banchettare nel proprio campo. L’autorizzazione, vale ricordarlo, è concessa purché il contadino sia fornito di licenza di caccia e di apposito tesserino che attesta la frequentazione, con successo, di un corso di formazione. «La Coldiretti – ha concluso Masiello – è in prima linea da 80 anni. Una presenza resa possibile dall’affrancamento totale, dopo l’esperienza di collegamento con la Dc, da ogni forma di sudditanza politica perché abbiamo la nostra politica, libera, da portare avanti».

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